A volo D’Angelo fra i libri Avagliano

di Marina Brunetti


 

 

 

daniela-d-angeloDaniela D’Angelo dirige la casa editrice Avagliano. È una donna determinata, che segue con la stessa cura ogni fase del processo editoriale, dal rapporto con l’autore alla consegna del Pdf per la tipografia. Perché fare libri è difficile, e lei lo sa.  Specie se questi libri sono lontani dalle  tentazioni dei best seller anglosassoni o dalla firma di qualche protagonista mediatico che affollano le librerie ma affondano le buone letture. La strada di Avagliano è tutta centrata sulla qualità di un progetto editoriale preciso. Un progetto combattivo, determinato a mantenere alto il livello della saggistica e della letteratura, consapevole che la custodia della memoria, ad esempio, è uno dei mezzi per ostacolare l’imbarbarimento che sta caratterizzando la nostra società. Ce lo racconta lei stessa, questo progetto, con la solita, calda accoglienza che la contraddistingue….

 

 

 

A chi sono dirette, in particolare, le collane? Che tipologia di lettore vi ricorre?

Il lettore di Avagliano non è uno ma sono tanti, tutti diversi. Le nostre collane offrono a tutti la possibilità di scegliere e di trovare il libro più adatto. Alle fiere e agli eventi incontriamo i nostri lettori e chiacchieriamo con loro, molti ci scrivono, insomma, abbiamo un contatto costante e diretto, sappiamo che il nostro lettore è colto e curioso, ha piacere ad avere sotto gli occhi un testo curato da tutti i punti di vista, redazionale, grafico, tipografico, è un lettore a volte giovane, a volte meno giovane, che ama la fiction e la saggistica, i classici, il memoir,  la narrativa contemporanea, che cerca l'approfondimento, che ama leggere e parlare di ciò che legge. Tra i nostri lettori ci sono molti studenti. Molti libri hanno accompagnato una vita intera.


C'è un libro che lei avrebbe voluto scrivere?

Piuttosto sono parecchi i libri che mi piacerebbe aver già letto.

 

Un libro che l’ha guidata in modo particolare?

Non ho un libro guida. Nel mio lavoro  mi guida una combinazione di istinto e metodo, di fiuto e mestiere, di esperienza e cuore. Nella vita, lo stesso.


La Avagliano promuove anche un nuovo modo di fare scuola, mediante l'insegnamento con libri digitali; ci può spiegare brevemente come sono
sviluppati questi software innovativi e qual è la loro efficacia, integrata nei programmi scolastici tradizionali?

Avagliano è una casa editrice al passo con i tempi. Ad una consolidata esperienza in campo editoriale ha unito una profonda attenzione verso il mondo dei giovani e delle scuole. La formazione, da ora in poi, passa per il digitale: il progetto Avagliano iSchool propone una didattica tecnologicamente avanzata, affascinante e efficace. Non si tratta di semplici libri digitali ma di veri e propri scenari interattivi dove ad una lezione dinamica sono associati esercizi con varianti e possibilità molteplici per l'insegnate e per lo studente. Condivisione, gioco, apprendimento interattivo, creatività, nuovi linguaggi possono fare finalmente della scuola un luogo piacevole in cui stare, non necessariamente un luogo fisico, tra l'altro.


La Avagliano Editore si occupa, in particolare, di repêchage letterario, di opere inedite di autori conosciuti e di manoscritti di giovani esordienti; a
questo proposito, quali requisiti deve soddisfare lo scritto di un emergente per essere pubblicato dalla loro casa editrice?

Qualità letteraria e esigenze di mercato. Deve unitamente possedere queste caratteristiche. Non è facile. Personalmente prediligo romanzi non consolatori, le storie che ti fanno fare un balzo, che corrompono qualche certezza dentro di te, che mi fanno vedere qualcosa che non ho ancora visto, di me stessa e del mondo.


C'è un libro, tra quelli di questi giovani scrittori, che l'ha colpita in modo particolare?

Mi ha colpito L'estate di Camerina perché l'autore è giovane ma ha una raffinatezza e una maturità impressionati. Mi ha colpito Oltre il vasto oceano, un libro di prossima pubblicazione, immenso e bellissimo, grande consapevolezza del narrare da parte della scrittrice che affronta la storia della sua famiglia, una famiglia aristocratica con cui si trova a vivere perennemente in viaggio. E contemporaneamente, questo libro, ci lascia un ritratto di Palermo pieno di storia e di riflessioni importanti. Mi colpisce la dolcezza e la violenza di Serena Frediani che con Memorie dall'innocenza è già al secondo libro (è vincitrice, tra l'altro, di una delle edizioni del "Premio Nanà: nuovi scrittori per l'Europa"). Mi è piaciuto Il figlio del figlio di Marco Balzano, una storia al maschile, che è arrivata fino in Germania. Mi è piaciuto Il talento della malattia, di Alessandro Moscè, la storia commovente e vera di un bambino malato che fa della sua passione per il calcio lo strumento per vincere la malattia.


Lei condivide il pensiero secondo cui un libro non vada semplicemente letto, ma interpretato?

Durante la lettura rileggiamo con il nostro sguardo e "viziamo" quello che stiamo leggendo. Nel momento in cui il lettore legge, sta già leggendo qualcosa di diverso rispetto a ciò che lo scrittore ha scritto. Tutto partecipa a questo processo di continua riscrittura. Ogni nostro gesto, ogni parola, ogni ricordo è quello che è ed è diverso da sé, dipende dall'interpretazione. Nulla di più approssimativo del "nero su bianco" che spesso invece associamo all'idea di certificato, di certo: lo stesso libro cambia a seconda che lo abbiamo letto da adolescenti o da adulti. Nell'azione stessa dello scrivere, poi, c'è un atto di tradimento. Ma questo è già un altro discorso...


Se dovesse associare, alla Avagliano Editore, una parola-chiave in cui buona parte dei lettori possa riconoscersi, quale sceglierebbe?

Non so, forse a questa domanda dovrebbero rispondere i lettori.  Potrei dire, magari, che la nostra parola chiave è Bellezza. Oppure Libertà. Ma rischio di sembrare retorica, lo so. Mi piace la parola Persone, oppure Storie, come quelle delle Mille e una notte che filano una narrazione dietro l'altra per allontanare la morte. Scendendo dal tappeto volante e tornando con i piedi per terra, il nostro pay off dice "Leggere il passato, scrivere il futuro": ecco due parole chiave, passato e futuro. E quindi la memoria, da un lato, e l'orizzonte verso cui guardiamo, dall'altro, sono le parole attraverso cui viene identificato il nostro lavoro. Dopotutto, non è questo il nostro presente, e non siamo questo noi stessi, una combinazione di passato e futuro, il sentimento dell'uno e la voglia dell'altro?

 

Qual è la linea editoriale di Avagliano, quali i prossimi passi nel tempo?

La linea meridionalistica ha fondato l'identità della casa editrice ma poi, nel tempo, il respiro si è fatto più ampio. L e nostre collane abbracciano molti progetti. Da sempre ci occupiamo di  repêchage, di narrativa contemporanea, di critica letteraria. Ci interessa, come dicevo prima, anche l'editoria scolastica digitale, è la nostra recente conquista, maturata alla luce di una lunga esperienza nel campo dell'editoria tradizionale.

La crisi dell'editoria. Cosa ne pensa? Come combatterla?

La crisi dell'editoria è la crisi di un paese che sprofonda nell'ignoranza, nello smarrimento, nella povertà. Si combatte con politiche adeguate, favorendo la lettura, incentivando la scuola. La crisi dell'editoria si combatte risolvendo la crisi del lavoro e della formazione; tutte le crisi si combattono con la cultura, puntando alla qualità dell'offerta e dei progetti.  Strumenti di riflessione e di arricchimento, per esercitare il pensiero e l'ascolto, possono renderci persone migliori. Sembra impensabile che non si voglia davvero un paese di gente libera, consapevole, felice.