Scrivere

Scrivere

di Francesca Pacini

"Come saremmo colti se conoscessi bene almeno cinque libri”, scriveva Flaubert.

Per scrivere bene è necessario, innanzitutto, leggere, leggere molto. Solo così si diventa bravi scrittori. Si parte da qui, dalla lettura.

Questo spazio contiene brani letterari, incipit e finali, consigli su come migliorare una scrittura che, comunque, per diventare matura non potrà mai prescindere dalla confidenziale frequentazione dei libri. Non lo ripeteremo mai abbastanza.


 

Come comincio? Il panico della pagina bianca.

 

hNon esiste un metodo universale.

Dipende da come siamo fatti, dalle nostre abitudini mentali, dal rapporto con la creatività e con l’organizzazione logica…

I fattori sono molteplici.

 

 

 

 

uAlcuni partono da un’idea, altri addirittura da un’immagine a cui aggiungono in seguito il testo (nel caso di un blog, per esempio).

La cosa migliore è buttare giù tutto quello che ci viene in mente, senza preoccuparci troppo di scrivere cose inutili o di ripetere gli stessi concetti.

 

 

 

editingQuando faremo l’editing al nostro testo, taglieremo, cuciremo, organizzeremo.

Un foglio bianco vicino a noi ci aiuta a fermare su carta quell’idea, quella frase, quella parola che altrimenti volerebbe via subito.

 

 

 

 

lNon cestiniamo le idee. Neanche le più stupide. Nella fase creativa conserviamo tutto quanto ci v iene in mente anche se apparentemente non ha nessuna relazione con quanto ci serve: attraverso la magia del potere associativo partiremo da una parola, un’idea, e arriveremo dove non immaginavamo neanche…

 

 

 

 

 

6Si formeranno vere e proprie mappe associative.

È una specie di catena analogica, uno gioco di specchi e rimandi dove da un’immagine si arriva a un’altra.

 

 

 

 

8

Davanti alla pagina bianca non bisogna farsi prendere dal panico.

 

 

 

 

 

Possiamo anche fare una scaletta che contiene la successione dei contenuti che vogliamo esprimere:
contesto
punti di forza
citazione dal libro pag 20
immagine più testo esplicativo
soluzioni al problema
sintesi
finale

Pillole di “saggezza”

 

La Lettura. Effetti collaterali: Nessuno. Dosaggio: ripetuto, fino a 50 volte al giorno. I soggetti che soffrono di diabete devono evitare i libri di Susanna Tamaro, quelli con insufficienza epatica, i libri di Bruno Vespa. Somministrare anche i bambini di età inferiore ai 10 anni, se possibile in abbinamento con vitamine illustrate. Non sono noti casi di sovradosaggio (effepa).

 

Il dono della sintesi

 

j

“Signora, se avessi più tempo le scriverei una lettera più breve” (Voltaire)

 

 

 

 

 

Parole in volo

 

9Ho sempre amato Virginia Woolf. L'ho amata in ogni sua parola, concetto, espressione. Ne ho amato il tremolìo, la forza, il volo.

Mi ha consegnato numerosi tesori, fra cui le sue pagine sulle parole. Le conservo sempre nel cuore, come un segreto.

 

Mi piace condividere, qui, un brano meraviglioso in cui vibra, sensuale e malinconica, penetrante e tagliente, la Virginia fatta di pelle e di testa, in un reciproco scambio fatto di tante "battaglie" senza vinti né vincitori.

“Sono le parole le vere colpevoli. Sono fra le cose più indisciplinate, più libere, più irresponsabili e più riluttanti a lasciarsi insegnare. Certo, possiamo sempre prenderle, suddividerle e metterle in ordine alfabetico nei dizionari. Ma le parole non vivono nei dizionari, vivono nella mente. Se ne volete una prova, pensate a quante volte, nei momenti di maggiore emozione, vi capita di non trovarne nessuna quando più ne avreste bisogno. Eppure il dizionario esiste; e lì, a vostra disposizione, ci sono mezzo milione di parole tutte in ordine alfabetico. Ma potete davvero usarle?

 

No, perché le parole non vivono nei dizionari, vivono nella mente. (...) La questione è solo quella di trovare le parole giuste e di metterle nell'ordinegiusto. Ma non possiamo farlo perché esse non vivono nei dizionari, vivono nella mente. E come vivono nella mente? Nei modi più strani, non molto diversamente dagli esseri umani; vagando qua e là, innamorandosi e accoppiandosi. È indubbio che siano molto meno limitate di noi dalle convenzioni e dai cerimoniali. Parole regali possono permettersi di accoppiarsi con le più comuni. Parole inglesi sposano parole francesi, tedesche, indiane, e dicolore se gli salta in mente di farlo. (...) Per questo, imporre regole a tali impenitenti vagabonde è del tutto inutile. Le poche regole di grammatica e diortografia esistenti sono le uniche restrizioni che potremmo imporre loro.

 

Al massimo possiamo dire loro - man mano che le spiamo dal profondolimite della caverna scura e male illuminata in cui vivono - che sembranopreferire la gente che sente e che pensa prima di usarle, ma non deve essere gente che sente e pensa a loro, ma a qualcosa di diverso. Perché sono moltosensibili, e si sentono facilmente a disagio. Non amano che si discuta della loro purezza o della loro impurità. (...) E non amano essere sollevate inpunta di penna ed esaminate una per una. Restano sempre unite in frasi, in paragrafi, e a volte per intere pagine di fila. Odiano essere utili; odiano dover far soldi; odiano andare in giro a tenere conferenze. In breve, odiano qualsiasi cosa impongaloro un unico significato, o che le immobilizzi in un'unica posa, perché cambiare fa parte della loro natura. E forse è proprio questa la loro caratteristica più sorprendente: il bisogno di cambiare."

 

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