Se una notte d'inverno... un recensore

di I recensori de La stanza di Virginia


Il disordine del tuo nome

di Juan José Millás

disordineLa lettura di questo romanzo potrebbe rivelarsi interessante per numerosi motivi. Il primo di essi è che questa è la prima traduzione in italiano di un’opera dell’ormai celebre scrittore spagnolo. Oltretutto la Cronopio editrice si è rivelata particolarmente lungimirante nel pubblicare tale romanzo, anticipando di quasi dieci anni l’effettiva consacrazione internazionale di Millás.

In rapporto all’opera dello scrittore Valenciano, Madrileño di adozione, la lettura de Il disordine del tuo nome non può che rivelarsi preziosa per abbracciare appieno le sue capacità narrative. Scritto e pubblicato per la prima volta nel 1986, questo romanzo racconta la banale quotidianità di Julio Orgaz, quarantenne direttore editoriale divorziato. Orgaz è stato descritto più volte come figura emblematica di una generazione. Ma oggi, a distanza di venticinque anni, possiamo chiederci se la perdita di valori che caratterizza questo personaggio non sia ormai da considerarsi piuttosto quale caratteristica dell’umanità contemporanea.

Prezioso esempio di meta letteratura, Il disordine del tuo nome è un libro affascinante, la cui scrittura sa trascinare con sé il lettore velocemente fino a un inaspettato epilogo che non può che classificare il romanzo come letteralmente sui generis.

Valentina Baldelli


Chiedi alla polvere

di John Fante

fanteIl giovane Arturo Bandini vuole diventare scrittore. Ha talento, osserva con attenzione ciò che gli succede intorno, per emergere cambia città e finisce in un motel a vivere da solo. Senza soldi e senza lavoro, inizia a guardarsi intorno. E cosa vede? Polvere. La polvere del deserto, quel tipo di polvere che ti si attacca addosso, che si attacca ai sogni, alle speranze e copre tutto. Una polvere sottile, che non puoi scrollare via con un colpetto di mano, proprio come l’opera di Fante. Eppure qualcosa squarcia il tepore delle giornate assolate del giovane ventenne italo-americano l’incontro con una donna. La bella ma ingestibile ispano-americana Camilla. Ma il cuore della ragazza appartiene già a un altro e tutto quello che riuscirà ad avere Arturo da lei sarà il poco tempo che passeranno insieme. La notte, eh già perché i due riescono a incontrarsi solo di notte, quando la ragazza finisce di lavorare e lui l’aspetta con assidua solerzia. Fante esprime bene il concetto dell’attesa, attesa che solitamente si prova per quegli amori mai vissuti fino in fondo, che continuano a rivivere dentro di noi, che inconsciamente aspettiamo perché ritornano sempre “Sapevo che sarebbe tornata, ma non l’aspettavo. Vivevo la mia vita; scrivevo qualche pagina, leggevo qualche libro. Ma ero sereno perché  sarebbe tornata. E sarebbe tornata di sera, perché per me era come un animale notturno. Non l’avevo mai vista di giorno e l’aspettavo come si aspetta la luna.” Questo è un romanzo che rimane dentro, entra fin nel profondo e sembra di vederle le strade assolate e desolate, sembra di incrociarli davvero gli occhi belli e dannati di Camilla, croce e delizia di Arturo. Riuscirà il ventenne scrittore a trovare il successo? Come evolverà la storia con la bella messicana? Sembra di immaginarli tutti lì questi personaggi, fermi in una California d’altri tempi, intenti a inseguire un sogno confondendolo con la realtà, risucchiandoci rigo dopo rigo in questo loro mondo, facendo sporcare anche le nostre mani di polvere ma arricchendoci di emozioni che non vorremo più scrollare. Arturo Bandini, John, troverà la sua strada e sarà una strada in ascesa che lo porterà al successo, un successo tuttora riconosciuto e meritato. Camilla si perderà e nelle ultime battute Arturo lascerà il senso del suo successo: “E poi l’ultima tappa ma lei non c’è, un’altra ragazza ne ha preso il posto, e di colpo il mondo è solitudine, il successo di Bandini è vuoto, incompleto. Lei però deve saperlo. Se LEI non lo viene a sapere, allora è come se non fosse successo.” Ed è così quando raggiungiamo un traguardo, una meta, realizziamo un sogno, vorremmo che tutte le persone che abbiamo amato lo sapessero affinché gioiscano con e per noi, perché complici o no, è anche grazie a loro che abbiamo ottenuto un risultato e scoperto una tenacia che non credevamo di possedere, una forza che nonostante tutto ci spinge a realizzare i nostri sogni.

Imma Iavazzo